Storia della Valle Santa Felicita

SANTA FELICITA, un nome che suscita fascino e mistero. prestigioso e carico di storia ogni giorno più, sulla strada della ricerca. Qui, da prima del mille, in questo anfiteatro naturale sullo sfondo diruto dei costoni del Grappa, si rincorrevano le religiose cantilene delle monache e dei frati oranti. Qui trovarono rifugio i popolani, al riparo dalle scorribande dei barbari invasori. Nel 1200 s'infranse poi l'eco dei clamori, dalla vicina piazza d'armi, della Corte d'Ezzelino sul Colle Bastìa. Si susseguirono certamente anche i contatti, tra l'eremitario e quella turba violenta ad appena un tiro di catapulta, pur se la storia si nega ancora di alzare quel velario, forse pietoso.
Quindi, a noi più vicino nel tempo, trascorse il periodo delle crisi, del disordine e forse della disfatta, per quei romiti coinvolti in non cercati intrighi. Per cui seguì anche l'allontanamento dall'«ingrata» Valle, per calamità naturali sulle quali la fantasia popolare ha intrecciato, da sempre, leggende e realtà degne di più approfondite analisi per definirne cause e contorni. Su tutto ciò persiste però una realtà: fino ai nostri giorni è rimasta lì, testimone e consiliera, la beata Vergine del Buon Consiglio alla quale le Genti Venete vennero nel corso dei secoli ed ancor tornano con rinata fede, Monastero, eremitaggio, capitello e sacello, sono sempre insegna di un credo. Come quello che oggi, rincorrendo quelle trame antiche con animo disponibile, rivitalizziamo in nome di quella storia che testimonia di un passato travagliato ma pur glorioso, belligerante ma pur emergente dalla più autentica realtà che, accompagnatasi ai secoli andati, portò a maturazione questi nostri giorni che talora accusiamo di imbarbarimento ma che comunque caratterizzano il nostro tempo con la legge del diritto, anche se spesso trasgressa e calpestata, fondata sulla libertà e, lo capiamo meglio scrutando l'inizio del nostro millennio, sulla pace. E' una lezione che la storia ci offre per sospingerci oltre. Per questo continueremo ad indagare ed a chiedere pace e silenzio per questa Valle Santa Felicita dove poter tornare a rifugiarci perché in essa affondano le nostre antiche radici.

A. Tino Scremin

La storia della Valle Santa Felicita, territorio suddiviso tra Romano e Semon­zo , porta con sè ancora molti interrogativi infiorati talora da altrettante leggende, anche a causa dei pochi riscontri storici fin qui verificati. Lo stesso Verci non ha riportato, nelle sue due opere maggiori (Storia degli Eccelini e Storia della Marca) alcun documento sulla Valle. Il grande studioso bassanese ha infatti pubblicato documenti tratti da fondi sui quali S. Felicita non aveva giurisdizione; per lo stes­so motivo ha ignorato anche il fondo di S. Eufemia di Villanova, ora Abbazia Pisani, punto notevole per la storia bassanese.